L’articolazione della spalla è un vero capolavoro anatomico, diversa da qualsiasi altra parte del corpo. È formata dalla testa dell’omero, una superficie emisferica che si articola con la cavità glenoidea della scapola. A differenza di altre articolazioni, come l’anca, la superficie di contatto della spalla è molto limitata e poco contenitiva.
Questa struttura, se da un lato permette una straordinaria mobilità su tre piani dello spazio, dall’altro espone l’articolazione a una maggiore vulnerabilità, essendo la stabilità affidata principalmente ai tessuti molli circostanti: la capsula articolare, i legamenti gleno-omerali e i tendini della cuffia dei rotatori.
In alcuni individui, si verifica una condizione congenita di lassità capsulo-legamentosa che può predisporre a episodi di sub-lussazione o lussazione. Questo è spesso il caso di quelle persone che, magari anche senza traumi particolarmente gravi, vedono la propria spalla scivolare fuori sede, generando una sensazione di instabilità e dolore acuto.
Una volta che la spalla ha subito un episodio di lussazione, la situazione può complicarsi, poiché si instaura una sorta di circolo vizioso. La prima lussazione rende l’articolazione più fragile, e una spalla già danneggiata sarà più soggetta a nuovi episodi di instabilità.
Il trattamento conservativo delle instabilità gleno-omerali
Quando si affronta una lussazione della spalla, la prima domanda che sorge spontanea è: come procedere? Immobilizzare la spalla per un periodo prolungato o riprendere l’attività fisica il prima possibile per evitare che i muscoli si indeboliscano?
La risposta, come spesso accade in medicina, non è univoca, ma dipende dalla specifica situazione del paziente.
Il trattamento conservativo è la prima linea di intervento nei casi di lussazione gleno-omerale, sia anteriore che posteriore. Questo approccio si basa su un programma di riabilitazione mirato a rinforzare i muscoli della cuffia dei rotatori e i muscoli scapolari.
Il rinforzo muscolare è fondamentale per aumentare la stabilità attiva della spalla, riducendo il rischio di ulteriori episodi di lussazione. Un corretto equilibrio muscolare può contribuire a compensare la debolezza delle strutture passive, come legamenti e capsula.
Protezione nelle attività a rischio
Un aspetto cruciale del trattamento conservativo, specialmente per chi è in attesa di un eventuale intervento chirurgico di stabilizzazione o per chi ha già subito un intervento, è la protezione durante le attività fisiche o lavorative.
Le spalle che presentano lassità o instabilità devono essere trattate con particolare attenzione durante attività che comportano un elevato rischio di traumi o sforzi eccessivi. In questi casi, l’utilizzo di tutori può essere un valido supporto per prevenire recidive.
L'importanza dei tutori nelle instabilità di spalla
Un elemento chiave nel trattamento delle instabilità di spalla, soprattutto durante la fase riabilitativa o nelle attività a rischio, è l'uso dei tutori ortopedici. Le spalle con lassità o instabilità devono essere protette da movimenti bruschi o errati, che potrebbero portare a una recidiva o peggiorare la condizione della spalla. In questo contesto, i tutori di ultima generazione rappresentano una soluzione efficace per prevenire ulteriori traumi senza compromettere la funzionalità dell’arto.
I tutori moderni sono progettati per proteggere l'articolazione da movimenti scorretti, garantendo al contempo un'adeguata libertà di movimento al braccio. A differenza di una completa immobilizzazione, che potrebbe portare a una rapida atrofia muscolare e rigidità, questi tutori permettono al paziente di mantenere una certa mobilità, favorendo un recupero più naturale e meno traumatico. Il vantaggio di questa strategia è duplice: si evita il peggioramento della lassità o dell’instabilità e, allo stesso tempo, si protegge l'articolazione durante il processo di guarigione.
Un altro aspetto positivo dell’utilizzo dei tutori è di natura psicologica. Il paziente, pur avendo consapevolezza della sua condizione, non percepisce l’uso del tutore come una limitazione totale. Questo aspetto aiuta a migliorare l'umore e la fiducia nel percorso di riabilitazione, poiché il paziente non si sente "paralizzato" o costretto in una condizione irreversibile. Questa sensazione di avere una maggiore libertà d’azione, pur mantenendo una protezione adeguata, favorisce un recupero più attivo e partecipativo.
Tutori e riabilitazione per atleti e lavoratori fisicamente impegnati
Per gli atleti e per coloro che praticano attività lavorative fisicamente impegnative, l'uso del tutore non è solo una misura protettiva, ma fa parte di un piano riabilitativo complesso e personalizzato. Il tutore, in questi casi, diventa uno strumento essenziale durante l'allenamento o la ripresa delle attività. È fondamentale che i tutori utilizzati siano scelti e regolati tenendo conto delle specifiche esigenze del paziente, in modo da non interferire con i movimenti sportivi o lavorativi, ma al contempo offrire un sostegno efficace per prevenire movimenti pericolosi.
Durante il processo di riabilitazione, il tutore deve essere integrato in un percorso di esercizi progressivi di rinforzo muscolare e controllo neuromotorio. Questo aiuta il paziente a recuperare forza e stabilità nell'articolazione senza correre il rischio di recidive. Per gli atleti, in particolare, il passaggio dal tutore all’attività libera deve essere graduale e monitorato, garantendo che la spalla riacquisti una stabilità sufficiente per sostenere gli sforzi specifici dello sport praticato.
Riabilitazione delle spalle iperlasse e dolorose
Le spalle ipermobili, in cui la lassità provoca dolore e difficoltà nei movimenti, richiedono un trattamento riabilitativo particolarmente accurato. Il dolore è spesso il sintomo principale che ostacola la ripresa delle attività quotidiane, sportive o lavorative. In questi casi, la fisioterapia gioca un ruolo fondamentale. Gli esercizi devono essere eseguiti con gradualità, prestando particolare attenzione alla postura e al controllo neuromuscolare. Il rafforzamento progressivo dei muscoli della spalla, in combinazione con tecniche di stretching e mobilizzazione, può ridurre il dolore e migliorare la stabilità funzionale dell’articolazione.